Dopo aver presentato, in articoli precedenti, il periodo storico denominato Belle Époque (1880- 1915) analizziamo ora le caratteristiche ed il ruolo della donna in questo periodo di innovazioni tecnologiche e di grandi speranze per il futuro dell’umanità.
Il periodo della Belle Époque è caratterizzato da scoperte in ambito scientifico: prime automobili, radio, cinema, fotografia, ma anche dal trionfo dell’Art Nouveau, dal proliferare dei cabaret e da una fiducia verso orizzonti di benessere futuri. La Belle Époque era quindi un ponte tra il vecchio e il nuovo, che però poi vedrà tutti i suoi sogni infrangersi nelle trincee della Prima Guerra Mondiale.
Le donne della Bella Époque rappresentarono l’emblema della sensualità femminile, della raffinatezza e dell’eleganza e, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione come la fotografia ed il cinema, divennero delle muse e delle protagoniste indiscusse in ambito artistico, cinematografico e nella vita reale.
In questo periodo si sviluppò l’idea della donna come femme fatale
In questo periodo si sviluppò l’idea della donna come femme fatale. Le ragazze cominciarono ad emanciparsi da un ‘800 che le aveva viste relegate nelle case, vestite di abiti pesanti e coprenti. Questa emancipazione trasformò l’idea della femminilità e le donne divennero sofisticate, eleganti e misteriose nel loro fascino.
Parigi divenne il centro della moda femminile, si svilupparono atelier di sarti e salotti di case di moda dove era possibile confezionare abiti su misura e trovare i necessari accessori quali tessuti e gioielli.
L’icona della bellezza femminile prevedeva un corpo sinuoso, occhi e capelli nerissimi, labbra carnose e lo sguardo magnetico. Le passioni più sfrenate si consumavano all’ombra di una società che proponeva un’apparente felicità universale, ma che in realtà era ancora profondamente misogina. L’emancipazione femminile spaventava, in gran parte, una società borghese e maschilista che vedeva nel modello di donna descritto una bellezza perversa, aggressiva, crudele e spregiudicata.
La benpensante società del tempo fu però ben presto sedotta dal fascino che le donne sapevano esprimere ed in particolar modo in Francia le figure di tre meravigliose donne segnarono profondamente gli usi e costumi della società. “Le tre Grandi”, così chiamate, furono: Carolina Otero, Liane de Pougy, Emilienne d’Alençon. Queste tre donne hanno incarnato la figura della donna fatale che si insinuava nelle corti e nei letti degli uomini potenti diventando così ricchissime, influenti in ambito sociale e pubblicitario.
Le donne della Bella Époque rappresentarono l’emblema della sensualità femminile, della raffinatezza e dell’eleganza
Anche l’arte celebrò la figura femminile a volte come un demone da ostracizzare, altre come elemento di seduzione e raffinatezza. Nel primo caso rientrano alcuni dipinti di Franz Von Stuck e Edvard Munch, nel secondo caso i manifesti pubblicitari di Henri de Toulouse-Lautrec che mostrano corpi sinuosi di ballerine in movimento.
Le donne della Belle Époque rappresentarono quindi un’emancipazione rispetto alle regole di una società ancorata a forme di gestione patriarcale. Queste figure femminili rappresentarono un primo movimento di liberazione rispetto ad una società misogina e gettarono le basi per la nascita delle rivendicazioni dei diritti delle donne che trovarono il loro apice nel movimento delle Suffragette che nacque in Inghilterra nel 1903 e che analizzeremo in articoli successivi.
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