Automi e Intelligenze Artificiali – part 2

automi

La seconda parte del nostro viaggio fra gli automi e le altre bizzarre costruzioni meccaniche ci conduce dall’antichità e dal medioevo sino all’età moderna: il periodo d’oro degli Automi.

Nel precedente articolo abbiamo mostrato la nascita di queste “macchine speciali”. Ora vedremo come, nel corso dei secoli, l’evoluzione della tecnica e lo sviluppo di nuove conoscenze ingegneristiche abbia permesso la costruzione di automi sempre più perfezionati. Macchine in grado di compiere gesti sempre più “umani.”

I secoli che vanno dalla fine del 1600 all’inizio del 1900 sono in larga parte impregnati dall’idea che il corpo animale fosse “meccanico” e quindi progettabile e riproducibile, nelle sue funzionalità, attraverso componenti meccanici.

In questo periodo storico la costruzione degli automi si sviluppò prevalentemente nelle città imperiali dell’Europa centrale. Il loro utilizzo era in gran parte connesso alla costruzione di meccanismi ad orologeria oppure alla realizzazione di macchine idrauliche o pneumatiche, utili sia per le lavorazioni oppure semplicemente per puro intrattenimento.

GLI AUTOMI IN EPOCA MODERNA

Vediamo alcuni esempi:

AUTOMA DEL PAVONE. Nel 1688 il Generale De Gennes costruì un Pavone meccanico in grado di camminare e mangiare. Progettò e realizzò anche macchinari bellici utili per l’artiglieria e la navigazione.

AUTOMI DI DE VAUCANSON. Jacques de Vaucanson (1709-1782) fu un importante inventore francese che produsse numerosi modelli di automi. I suoi progetti più famosi furono “Il Suonatore di Flauto”, “La rana digeritrice” realizzata nel 1737 e il primo Telaio automatico.

AUTOMI DI DROZ. Pierre Jacquet Droz, orologiaio svizzero, e suo figlio Henri Louis Droz furono due inventori che tra il 1770 e il 1773 costruirono tre tipi di automi, uno “Scrivano”, un “Disegnatore” ed un “Musicista”, suscitando interesse e curiosità in tutta Europa.

AUTOMI GIAPPONESI. Durante il periodo Edo (1603-1867) vennero costruiti in Giappone diversi automi, in particolare con le fattezze femminili ed in grado di servire il The. Questi vennero chiamati Karakuri Ningyo, o bambole del the.

AUTOMI PARIGINI. Gli anni che vanno dalla seconda metà del 1800 ai primi anni del 1900 sono considerati l’età dell’oro degli automi. A Parigi tantissimi inventori ed ingegneri cercarono di realizzare macchine umanoidi sempre più perfezionate, composte da ingranaggi complessi e arricchiti esteticamente con abiti artistici e raffinati.

DALL’ETÀ MODERNA AL 1900

La storia di queste “macchine speciali” è ricca di ingegno, curiosità e abilità. È anche costellata, di tanto in tanto, da bufale che sono state scoperte molti anni dopo. Ne è un esempio, la macchina chiamata “Il Turco”, realizzata da Wolfang Von Kempelen nel 1769. In teoria questo costrutto avrebbe dovuto simulare un giocatore di scacchi automatizzato, ma in realtà si trattava di un insieme di ingranaggi mossi da una persona di piccola statura in grado di nascondersi all’interno della macchina. L’inganno è durato molti anni fino a quando, conservato in un museo, “Il Turco” fu distrutto da un incendio nel 1854.

Nel prossimo articolo vedremo come nel 1900 il concetto di “macchine automatiche” si è evoluto sia in ambito di nuove tecnologie impiegate sia nell’utilizzo stesso.

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